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Il Parco Archeologico di LAOS a Santa Maria del Cedro (Cosenza)

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Il Parco Archeologico di Laos, nel territorio di S. Maria del Cedro (in provincia di Cosenza), copre un’area di circa 60 ettari e costituisce l’area di maggiore interesse storico-culturale dell’intero territorio dell’Alto Tirreno Cosentino.

Parco Archeologico di Laos – Area del Parco

Impianto urbanistico

L’impianto urbanistico dell’antica città di Laos si presenta come un insieme di resti che testimoniano l’importanza di questa colonia achea che si rese autonoma in seguito all’invasione da parte di componenti etniche non greche.

Laos era una colonia greca nell’Italia meridionale, situata sulla sponda meridionale della foce del fiume Lao sul lato tirrenico (il Lao è un breve fiume, che nasce in Basilicata con il nome di Mercure, a corso perenne del versante tirrenico della Calabria).

Fondazione

La fondazione risale forse intorno al 510 a.C. ad opera dei sopravvissuti alla distruzione di Sibari, dopo una guerra con la vicina Crotone.

L’area è situata nell’attuale frazione Marcellina del comune di Santa Maria del Cedro, sul colle di San Bartolo. La città fu probabilmente conquistata dai Lucani tra la fine del V secolo e l’inizio del IV secolo a.C. .

L’antico sito del Laos è stato scoperto in seguito a numerosi scavi effettuati dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria e dall’Università di Salerno. E’ stato portato alla luce il bastione ellenistico e una griglia urbana ortogonale.

Sono stati individuati moduli viari costituiti da una strada principale (plateia), in senso N-S, i n origine larga 12 m, poi ridotta a 5 m per l’aggiunta di due marciapiedi porticati, che incrocia ortogonalmente ogni 96 m strade secondarie (stenōpói) larghe circa 5 m., in senso E-O.

Il fondo delle strade è in terra battuta rivestito da un fine acciottolato o da tritume di ceramica e laterizi. Ogni isolato aveva due abitazioni sul fronte strada, separate da uno stretto ambitus per la raccolta delle acque reflue.

Abitazioni

Le abitazioni rinvenute appartengono a residenze di rango, di dimensioni considerevoli, organizzate intorno a un’amplissima corte scoperta, circondata da vani. Costruite con uno zoccolo in ciottoli o blocchetti di arenaria e alzato in mattoni crudi con travature lignee destinate a sopportare tegole in terracotta, hanno pavimenti in battuti di terra talvolta lastricati da minuti frammenti ceramici.

Quasi tutti gli edifici erano serviti da impianti idraulici costituiti da raffinati sistemi di raccolta, utilizzo e smistamento delle acque piovane.

I numerosi reperti rinvenuti sono oggi conservati nell’antiquarium di Scalea e al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria.

Laos, circa 490-470 a.C. – statere – toro androprosopo

Gli scavi dell’area archeologica sono oggi ostacolati dallo sviluppo urbanistico del centro abitato, cresciuto proprio al di sopra di Laos.

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