Il castello normanno-svevo di Cosenza rappresenta il monumento più significativo della Città dei Bruzi (in latino Brettii o Bruttii), l’antico popolo di stirpe italica che abitò quasi tutta l’odierna Calabria. La fortificazione ebbe un ruolo fondamentale nella difesa della città dagli assalti dei saraceni.
Il Castello è posto sulla parte più alta del centro storico della città, sulla sommità del colle Pancrazio, uno dei sette colli di Cosenza.
Il maniero sorge su una motta, cioè una collina artificiale di forma rettangolare eretta con terreno di risulta proveniente dallo scavo del fossato che circonda il castello stesso. Si ritiene che il terrapieno fu costruito intorno al VI secolo a.C. dai Brettii che appunto spianarono e rimodellarono la cima del colle. L’orientamento rimanda alle edificazioni dei Brettii, popolazione che era solita posizionare le proprie costruzioni rispetto alle direzioni astronomiche fondamentali.
Insieme a quello di Roseto Capo Spulico, il castello di Cosenza rappresenta una delle migliori testimonianze dell’architettura sveva in Calabria.
Non è certo che il luogo ove sorge il Castello sia esattamente quello occupato un tempo dalla Rocca Brettia, ma è indubbio che i cosentini costruirono, nel 937 d.C., il proprio forte in cima allo stesso colle. È noto anche che pochi anni dopo il califfo saraceno Saati Cayti rimaneggiò fortemente il Castello.
Ruggiero II di Sicilia
Il castello venne rifatto nel XII secolo da Ruggiero II di Sicilia, detto il Normanno, insieme ai castri di Santa Severina e di Altavilla. Il Normanno ingrandì il Castello dandogli i caratteri delle costruzioni dello stesso periodo. In questo fase il Castello ospitò anche la Curia.
Il disastroso terremoto del 1184, il primo di una lunga serie, distrusse la rocca rendendola inagibile.
Federico II di Svevia
Nel 1240 subì un pesante rifacimento ad opera di Federico II di Svevia, che gli diede l’attuale sistemazione architettonica.
Il re svevo fece aggiungere le due torri ottagonali lungo il lato meridionale del castello, con ampi rifacimenti del cortile interno. Da quel momento l’architettura del castello di Cosenza rimase molto condizionata, tanto che il mastio venne definito appunto castello svevo.
Grazie a Federico II di Svevia il Castello ritornò al suo antico splendore, assumendo importante funzione difensiva. Gli Svevi ampliarono la rocca facendole assumere l’impostazione tipica dei castelli federiciani: impianto rettangolare, torri angolari, camminamenti di ronda merlati, sale con soffitti a volta.Esso presenta una pianta rettangolare con cortile centrale ed una torre angolare residua a pianta ottagonale, l’unica rimasta, e tipica delle costruzioni sveve, la cui altezza doveva essere compresa tra i 18 e i 23 metri, in linea con le altre costruzioni sveve in Europa in voga nel XIII secolo.
Tra Angioini e Aragonesi
Con gli Angioini (XIII-XV secolo) e in particolare con Luigi III d’Angiò, il forte assunse per la prima volta la funzione di residenza principesca. Nel 1433 infatti vi dimorarono Luigi III d’Angiò e Margherita di Savoia, giunti a governare la provincia Calabrese.
Nel 1459 vi dimorò anche il re Alfonso d’Aragona quando ancora la corona di Spagna non era unificata con i Castiglia. Poi, nel corso del XVI secolo gli spagnoli riadattarono il castello a fortezza militare. Perciò vennero costruiti ed ampliati i locali per le munizioni, la fucina e i magazzini a pian terreno. I terremoti susseguitisi nel corso del 1600 e del 1700 devastarono l’architettura originaria del castro che oggi comunque conserva intatte alcune parti che ne risaltano lo stile svevo.
Durante le lunghe lotte tra Angioini e Aragonesi il castello ospitò la zecca (seconda metà del 1400) e una prigione per politici.
Nel 1638 un altro catastrofico terremoto danneggiò notevolmente il fortilizio, che venne adibito a deposito. In quell’evento cadde una delle torri e andò distrutta quasi tutta la merlatura. I lavori per il recupero diventarono molto costosi e si preferì quindi lasciare allo stato di abbandono la fabbrica.
Con l’impegno di restaurarlo, nella seconda metà del 1700, il Castello fu concesso prima al Vescovo Capece Galeota, che lo rimaneggiò fortemente per adattarlo a Seminario Diocesano, e successivamente all’Arcivescovo Gennaro Clemente Francone.
Restauri “borbonici”
Nel XIX secolo i Borbone realizzarono complessi restauri e completarono tutte le parti. Nello stesso tempo la funzione della rocca cambiò ancora: in questo periodo la fabbrica fu adibita a carcere.
Nell’ultimo secolo la struttura, ridotta a rudere da numerosi terremoti, ha cessato qualsiasi funzione. Dopo il sisma del 1870, che ebbe epicentro proprio a Cosenza, il Castello fu acquistato dal Comune nel 1885 ma rimase per lungo tempo in stato di degrado e abbandono.
Solo gli ultimi complessi restauri, iniziati nel 2008, hanno permesso di riportare in funzione il Castello, restituendo un importante simbolo alla città di Cosenza.
COME VISITARE IL CASTELLO DI COSENZA
ORARI E GIORNI DI APERTURA
Il castello di Cosenza può essere visitato tutti i giorni, escluso il lunedi.
Gli orari di apertura sono:
- dal martedi al sabato, dalle 9.30 alle 18
- domenica, dalle 10 alle 18
PREZZI DEL BIGLIETTO E VISITE
Biglietto intero: 4 €
Biglietto ridotto: 2 € | 6/14 anni & over 65 | Studenti universitari, giornalisti e dipendenti del Comune di Cosenza (muniti di tesserino);
Tesserati FAI | 3 €
Gruppi costituiti |superiori a 15 persone | 3 €
Ingresso gratuito | da 0/5 anni, portatori di handicap con accompagnatore, studiosi (motivi di ricerca);
AUDIOGUIDA € 1 | AUDIOGUIDA TABLET € 2
Visita con guida turistica + 3 € | su prenotazione per gruppi di minimo 15 persone;
Visita teatralizzata + 5 € | su prenotazione per gruppi di minimo 15 persone;
Per aggiornamenti sul prezzo dei biglietti: http://www.castellocosenza.it/contatti/
Per informazioni e aggiornamenti:
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Tel.(0039)09841811234